Omino grigio che danza
Tutto è iniziato da questo quadro
Era il lontano 1993. Erano anni che vagavo intorno alla pittura senza mai riuscire a combinare alcunchè. Qualche disegno, qualche dipinto e poi nulla per anni. Ma quell’anno magico una mia cara amica, si convinse che in me albergava un pittore e mi convinse a dipingere con maggiore continuità. Nacque questo quadro che segnò una svolta in me. Mi convinsi che potevo comunicare qualcosa di importante e cominciai a dipingere senza più fermarmi. La produzione di quegli anni fu notevole. Dipinsi circa 30 quadri . E non si trattava di quadri che nascevano e si concludevano in una settimana. Ogni quadro richiedeva circa due o tre mesi di lavoro continuo. Questo quadro, come quelli successivi, è un racconto. E’ il racconto delle immagini che il mio inconscio, sede della creatività come l’inconsio di qualsiasi persona, mi forniva per comunicarmi, attraverso figure simboliche, tutti quegli stati d’animo troppo complessi per essere descritti a parole. E’ quello che l’inconscio fa con tutti noi attraverso i sogni. Quello che io dipingevo non erano sogni, ma immagini che si formavano spontaneamente davanti ai miei occhi. Erano il frutto dell’immaginazione, senza filtri, che annotavo su un taccuino. La cosa peggiore che possa capitare ad un’artista, e purtroppo capita spesso, è di essere invitato a spiegare il significato dei suoi quadri. Il significato di questo quadro non può essere spiegato, perchè se si potesse spiegare diventerebbe uno scritto. Cercare un significato descrivibile con le parole vuol dire cedere lo scettro della creatività alla coscienza, alla razionalità, e quindi ucciderla. La creatività, è libertà, imprevedibilità, curiosità, stupore. La razionalità invece è controllo, dominio della coscienza, terrore dell’imprevisto. Dunque dipingevo senza cercare significati logici ma abbandonandoni allo sorpresa. Percìò ho scelto come pseudonimo Ekthambòs, che in greco vuol dire ‘stupito’.